© Giovanni Pelucchi

TETRAONIDI

Francolino di monte (Bonasa bonasia)

Descrizione

Il francolino di monte è un uccello di dimensioni medio-piccole: il suo peso è compreso tra i 300 ed i 480 grammi, senza differenze sostanziali tra i due sessi. Ha un piumaggio alquanto mimetico in entrambi i sessi: il maschio è riconoscibile per una macchia golare nera bordata di bianco, mentre nella femmina la gola è di colore crema. Inoltre il maschio ha una cresta erettile ben sviluppata, evidente soprattutto nel periodo riproduttivo; sul dorso ha una colorazione generale grigiastra con riflessi bruno ruggine, con una barratura marrone scuro e nerastra più evidente nella metà anteriore, che diventa più fine sul groppone: in generale nel sesso maschile i colori sono più contrastati e vivaci. Nella femmina la barratura è più marcata, ma con gli stessi colori del maschio. I fianchi sono di un colore bruno aranciato, più evidente nel maschio che nella femmina. Il petto e la parte inferiore del corpo ha una colorazione generale biancastra fittamente barrata di nero. La coda ha una colorazione di fondo grigiastra fittamente picchiettata di nero, con una evidente barra nera nella sua parte apicale (Fig. 1 e 2). 

Fig. 1 – Maschio di francolino di monte in primavera. Sebbene il piumaggio generale sia piuttosto simile nei due sessi, il maschio è riconoscibile per una evidente macchia golare nera, bordata di bianco e una cresta erettile, visibile soprattutto nel periodo riproduttivo. Tuttavia quest’ultima caratteristica è presente anche nelle femmine, ma solo durante situazioni di pericolo (foto Giovanni Pelucchi).

Fig. 2 – Femmina di francolino di monte sul nido al momento della schiusa (si noti la testa del pulcino che fuoriesce da sotto la femmina). La zona golare ha una colorazione crema, dai contorni meno netti di quella nera del maschio. Poiché spesso la femmina nidifica in prossimità di strade forestali e sentieri, è importante che la gente non li abbandoni e che i cani vengano tenuti sempre al guinzaglio

(foto Giovanni Pelucchi).

Ambiente

Il francolino di monte è una specie esclusivamente forestale. Frequenta ambienti caratterizzati dalla presenza di uno strato arboreo piuttosto fitto, in grado di fornire protezione dai rapaci, suoi principali predatori: al contempo però deve permettere lo sviluppo di uno strato arbustivo adeguato. Sulle Alpi italiane, vive prevalentemente nei boschi misti di conifere e latifoglie: in estate vengono preferite zone caratterizzate da un soprassuolo più aperto e dalla presenza di radure e chiarie dove il sottobosco si sviluppa in modo rigoglioso, mentre in inverno frequenta boschi più fitti, ricchi di conifere in fase giovanile, in una fascia altitudinale che si estende tra i 600-700 metri ed i 1800-1900 metri di quota (Fig. 3).

 

Sulle Alpi italiane è presente senza soluzione di continuità dalla Lombardia verso est, fino al Friuli-Venezia-Giulia, mentre in Piemonte lo si trova nella parte orientale della regione, nelle provincie del Verbano-Cusio-Ossola e di Vercelli.

Fig. 3 – Il francolino di monte è specie tipica degli ambienti forestali: lo si trova sia in boschi a prevalenza di latifoglie, sia in quelli dove le conifere sono predominanti. La fascia altitudinale frequentata è molto ampia, andando dai 600-700 ai 1800-1900 metri di quota. In questa immagine un bosco misto di abete rosso, abete bianco, faggio e betulla, con presenza di qualche piccola area aperta, a circa 1500 metri di quota (foto Luca Rotelli).

Alimentazione

Gli adulti si nutrono prevalentemente di vegetali e la loro dieta varia fortemente nel corso delle stagioni. In inverno vengono ricercati gli amenti maschili del nocciolo e della betulla, i gattini del salice, le gemme del sorbo degli uccellatori, del farinaccio e del faggio. Fin quando la vegetazione arbustiva a terra è raggiungibile, vengono mangiate anche le gemme del lampone e le gemme e i rametti di mirtillo nero: anche i semi delle conifere presenti sul terreno innevato sono mangiati volentieri. In primavera sono utilizzate le stesse specie dell’inverno, con una preferenza per le gemme e le giovani foglie di faggio e di sorbo degli uccellatori che stanno sbocciando e per i gattini di salice, in quanto ricche di proteine. In estate si nutre prevalentemente al suolo, cibandosi di foglie, semi e infiorescenze di diverse specie erbacee, dei frutti e delle foglie delle fragole di bosco, dei lamponi e del mirtillo nero. All’inizio dell’autunno vengono ricercati i frutti del sorbo degli uccellatori e del farinaccio, poi sostituiti dalle loro gemme e da quelle del faggio, così come dagli amenti maschili del nocciolo, man mano che la stagione si avvicina all’inverno. I pulcini nelle prime due settimane di vita si nutrono esclusivamente di piccoli invertebrati, come ditteri, coleotteri, formiche e larve dei lepidotteri. Progressivamente la parte vegetale (semi di graminacee) aumenta fino a raggiungere il 100% all’età di circa tre mesi.

 

Comportamento e riproduzione

Il francolino di monte è una specie monogama, come la pernice bianca. Il legame tra i componenti della coppia incomincia già in autunno per sciogliersi durante l’inverno. All’inizio della primavera le coppie si formano di nuovo, ma non è chiaro se sono le stesse di quelle autunnali. La coppia rimane insieme fino a dopo la schiusa, quando la femmina con i piccoli abbandona il territorio in cui ha nidificato. Il periodo riproduttivo comincia all’inizio di marzo per protrarsi fino a circa la metà di maggio. Dal momento che in una popolazione in primavera vi sono spesso più maschi che femmine, una percentuale anche elevata di maschi rimane celibe, a differenza delle femmine che sono sempre tutte accoppiate.

 

E’ una specie particolarmente sedentaria, in grado di soddisfare i propri bisogni vitali all’interno di un territorio annuale di 10-40 ha, mentre gli home range stagionali possono essere molto più piccoli (5-6 ha). Le aree scelte dove trascorrere l’estate sono caratterizzate da un ricco sottobosco di erbe e arbusti, mentre di solito le zone di svernamento sono più chiuse, garantendo una protezione migliore contro i predatori. I suoi spostamenti sono di solito limitati a poche centinaia di metri, ma i maschi non accoppiati durante il periodo di aprile-maggio possono effettuare spostamenti di alcuni chilometri per andare alla ricerca di un partner sessuale. La specie è molto territoriale: i maschi celibi e le coppie difendono attivamente il loro territorio dall’intrusione dei conspecifici. La difesa del territorio è effettuata dal maschio, che manifesta la sua presenza per mezzo del canto (per ascoltarlo clicca qui sotto), di piccoli voli e del battito delle ali.

Dopo l’accoppiamento, la femmina depone 6-12 uova, in media 8, che vengono covate in una leggera depressione del terreno, resa più confortevole da fili d’erba secca, foglie, muschi e qualche piuma. Di solito vengono costruiti alla base di un albero, vicino ad una ceppaia, sotto un tronco caduto, vicino ad una roccia, o tra la ramaglia di un vecchio taglio. La cova dura 22-25 giorni e comincia con la deposizione dell’ultimo uovo. La maggior parte delle schiuse si verifica tra la metà di maggio e la metà di giugno. Nel caso di perdita del primo nido è possibile che la femmina rideponga una seconda volta, ma con un numero inferiore di uova. I pulcini, nidifughi, alcune ore dopo la schiusa e dopo essersi asciugati il piumaggio, abbandonano il nido e seguono la chioccia, alimentandosi in modo autonomo: sono in grado di effettuare brevi voli a circa 10-15 giorni di vita, mentre diventano completamente indipendenti alla fine dell’estate, a circa 3 mesi d’età.

 

In natura un francolino di monte può vivere fino a circa 6-7 anni d’età, ma la sua vita media è decisamente più breve. La principale causa di mortalità naturale è la predazione, dovuta sia a rapaci (astore e sparviere), sia a carnivori, quali la volpe, la faina e la martora. A questa dobbiamo aggiungere quella antropica, dovuta all’impatto contro i cavi di linee aree, quali ski-lift, seggiovie e linee elettriche, anche se meno importante che nelle altre specie di tetraonidi.

 

Conseguenze della presenza umana

Il francolino di monte è una specie meno sensibile ai disturbi di origine antropica, rispetto agli altri tetraonidi. Questo è dovuto, oltre a un’indole piuttosto docile di natura, alle piccole dimensioni, al perfetto mimetismo, nonché all’habitat utilizzato, spesso molto chiuso, che lo fanno sentire relativamente al sicuro nei confronti dell’uomo. Tuttavia, poiché i siti di nidificazione vengono spesso scelti in boschi a copertura moderata, come avviene spesso ai margini di sentieri e strade forestali, è importante che durante il periodo primaverile-estivo i praticanti delle attività ricreativo-sportive rimangano sui percorsi segnati e tengano sempre il cane al guinzaglio.

 

Stato di conservazione

Secondo la Lista Rossa IUCN degli uccelli nidificanti in Italia (Gustin et al., 2019), il francolino di monte è inserito nella categoria (DD), carente di dati, mentre in quella precedente (Peronace et al., 2012) era considerato a minor preoccupazione (LC). In Italia la specie non è più cacciabile dalla fine dagli anni 80. Le cause di regressione delle sue popolazioni e della contrazione dell’areale a livello locale, possono essere così riassunte:

  • perdita, deterioramento e frammentazione dell’habitat, a causa di processi naturali, come risultato del cambiamento nell’uso del territorio;
  • disturbo antropico dovuto ad alcune attività ricreativo-sportive, come la raccolta funghi e bacche, l’escursionismo con racchette da neve e l’orienteering;
  • aumento delle popolazioni di ungulati;
  • aumento della predazione.

© Luca Rotelli

DSCN4094 Luca Rotelli