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Volo libero (parapendio e deltaplano)
Il volo libero, soprattutto quello esercitato con il parapendio, provoca spesso delle reazioni violente negli animali selvatici che si trovano in aree aperte, come per esempio i camosci (vedi video qui sotto) e gli stambecchi presenti sui pascoli in quota. In casi estremi questa attività può avere conseguenze gravi, come l’abbandono delle aree maggiormente sorvolate e la ricerca sistematica del bosco da parte degli animali spaventati, come luogo dove nascondersi. Anche le specie di uccelli che nidificano in parete sono disturbate dalla pratica di questa attività: il volo esercitato in prossimità delle pareti di nidificazione può infatti condurre all’abbandono del nido. Il volo libero, potendo essere praticato in tutte le stagioni dell’anno, si sovrappone con tutte le fasi del ciclo biologico della fauna (periodo riproduttivo e periodo svernamento). Poiché le correnti termiche migliori si hanno tra aprile e giugno e in questo periodo si vola quindi anche molto spesso, c’è una grande sovrapposizione con il periodo riproduttivo delle specie. Inoltre durante l’inverno per il volo libero vengono utilizzati molto spesso i versanti esposti da sud est a sud ovest, che rappresentano le aree di svernamento preferite dagli ungulati (Fig. 1).
Fig. 1 – Il parapendio, quando praticato in prossimità dei versanti, può provocare reazioni violente in specie che vivono in zone aperte, al di sopra del limite superiore del bosco, come il camoscio e lo stambecco. Inoltre può essere causa di disturbo delle specie nidificanti in parete, come l’aquila reale, il gipeto, il gufo reale e il falco pellegrino. Per ridurre il disturbo di questa attività, in base a ricerche condotte sulle Alpi svizzere, i parapendii dovrebbero volare a non meno di 300 metri dal terreno
(foto Luca Rotelli).
Le zone di tranquillità sono valide non soltanto per le attività di terra, ma anche per quelle d’aria: questo significa che il sorvolo di tali aree non è consentito o lo è soltanto in forma regolamentata. Nelle località dove ci sono dei punti di decollo, per coloro che praticano il volo libero nelle sue diverse forme, sono disponibili cartine, in cui sono evidenziate le zone di tranquillità per la fauna. Su di esse, oltre alla loro ubicazione, è riportato anche il periodo dell’anno in cui tali aree non possono essere sorvolate per nessun motivo e quello invece in cui il volo è permesso: in quest’ultimo caso è anche riportata la quota minima di sorvolo da terra (Fig. 2).
Fig. 2 – Cartina con l’indicazione dei luoghi di decollo, atterraggio e delle zone di tranquillità della fauna, nella località di Adelboden in Canton Berna: il loro sorvolo è proibito in alcuni periodi dell’anno, mentre in altri è consentito a condizione che il volo sia esercitato ad almeno 300 metri dal terreno (fonte Federazione Svizzera di Volo Libero).
Volo a vela (aliante)
Con il termine di volo a vela si indica il volo senza motore effettuato con l’aliante. Nella regione alpina, si pratica soprattutto alle quote più elevate: al di sopra delle aree aperte, al limite superiore del bosco, e in prossimità delle pareti rocciose. Il volo a vela esercitato in modo radente lungo i versanti può determinare forti reazioni negli animali, in particolar modo nel camoscio, nello stambecco e nelle specie di uccelli che nidificano su pareti rocciose (aquila reale, gipeto, falco pellegrino, gufo reale e corvo imperiale). Il volo a vela è strettamente legato alla presenza di correnti termiche, per cui viene praticato dalla primavera all’estate, ciò che determina una grossa sovrapposizione con il periodo riproduttivo della fauna. Questa attività può esercitare una grossa azione di disturbo sugli animali, quando viene praticata sopra il limite del bosco e in prossimità delle pareti rocciose. Il numero di possessori di patenti per il volo degli alianti è in fase calante, così che il suo impatto sulla fauna in futuro non dovrebbe aumentare.
Elicottero e velivoli a motore
Il volo radente ai versanti, così come l’attraversamento di creste e crinali a breve distanza da terra, associato con il rumore elevato e improvviso, sia da parte di elicotteri sia di velivoli a motore di diverso tipo, determinano reazioni violente nella fauna. Poiché gli elicotteri sono molto maneggevoli, possono volare molto vicino alle pareti e a causa del forte rumore che tutti i mezzi aerei producono, il loro impatto sulla fauna è generalmente elevato. Inoltre possono volare dall’alba al tramonto e in qualsiasi stagione dell’anno, ciò che determina una sovrapposizione sia con il periodo riproduttivo sia con quello dello svernamento.
Soprattutto l’elicottero, per la sua manovrabilità e capacità di volare molto radente ai versanti, è in grado di avere un grosso impatto sulla fauna. Dal momento che il numero dei voli turistici è in aumento (voli panoramici, heliski, ecc.), in futuro c’è da attendersi un aumento del disturbo di questa attività sulla fauna di montagna.
Il contenuto di questa sezione è tratta dal libro di Paul Ingold “Freizeitaktivitäten im Lebensraum der Alpentiere” (2005).
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