© Luca Rotelli

ASPETTI FAUNISTICI

Il comportamento anomalo
dei maschi di gallo cedrone

Quando si praticano attività outdoor in aree dove è presente il gallo cedrone, sulle Alpi italiane prevalentemente nel settore orientale, può capitare di imbatterci in esemplari dal comportamento piuttosto strano. Contrariamente alla normale natura della specie, che è quella di un animale molto schivo che rifugge la presenza umana, questi soggetti si fanno avvicinare fino a pochissimi cm (Fig. 1), ma non solo. Essi diventano anche molto aggressivi nei confronti dell’intruso, arrivando ad attaccarlo a colpi di becco e con le ali. Nulla di pericoloso, intendiamoci, ma persone che non hanno confidenza con gli animali potrebbero trovarsi in difficoltà. Normalmente il periodo in cui questi individui manifestano la loro “pazzia” va da dicembre a giugno, mentre negli altri mesi la loro presenza è normalmente più discreta. Comunque può capitare di imbattersi in soggetti aggressivi anche nei mesi di agosto e settembre, ma è decisamente meno frequente. Si tratta di un comportamento unico nel mondo animale. Vediamo di che cosa si tratta e come ci si deve comportare, qualora doveste incontrare un soggetto con queste caratteristiche.

Fig. 1 – Maschio di gallo cedrone dal comportamento anomalo tenuto a debita distanza in modo corretto. I bastoncini devono essere impugnati dalla parte del puntale (e non come appare nella foto a inizio pagina): in questo modo si evita di ferire l’animale (foto Luca Rotelli).

Il gallo cedrone è una specie normalmente molto elusiva, in cui tuttavia certi individui, soprattutto di sesso maschile, ma non solo, possono sviluppare un’assenza di timore nei riguardi dell’uomo (si chiamano in tal caso galli “mansueti”) accompagnata o meno da un’aggressività a volte estrema, in particolar modo nel periodo riproduttivo (comportamento “erotomane”) e si parla allora di galli “aggressivi” o “pazzi”. Questi esemplari sembrano avere un comportamento paragonabile a quello degli individui normali, tranne che per i loro rapporti con l’uomo. L’origine di questo fenomeno così particolare è ancora piuttosto misteriosa. Conosciuto da lungo tempo e diffuso in tutto l’areale del gallo cedrone, alcuni autori lo associano ad uno stato di regressione delle popolazioni (declino numerico e contrazione dell’areale di presenza), in quanto è stato osservato che l’apparizione di maschi con un comportamento deviato è associata molto spesso all’intrusione massiccia dell’uomo in ambienti ormai poco frequentati dalla specie. Altri suggeriscono come la frequenza d’occorrenza di tali comportamenti anomali sia da mettere in relazione ad annate di buona riproduzione, in quanto si manifestano per la prima volta tra gli esemplari giovani. Secondo altri autori la comparsa di questo comportamento deve essere invece in parte connessa con l’attività riproduttiva, con concentrazioni anomale di testosterone ed in parte ad un imprinting sessuale erroneo. Sempre secondo questi autori, il livello di testosterone nei maschi con comportamento anomalo è circa cinque volte più elevato che in quelli normali: questa maggiore concentrazione di testosterone si ritiene possa avere un’origine ereditaria. Inoltre, un altro fattore che può influire sullo sviluppo del comportamento anomalo è l’imprinting sessuale. Per imprinting sessuale si intende quello teso all’apprendimento delle caratteristiche del proprio sesso e di quello opposto. I pulcini di specie nidifughe, come il gallo cedrone, sono allevati esclusivamente dalla femmina e potrebbero così imparare ad identificare solamente il sesso femminile, mentre il riconoscimento di quello maschile potrebbe avvenire solo successivamente. I maschi con un comportamento anomalo non hanno nessun problema ad identificare le femmine, ma sembrano essere incapaci di distinguere i maschi dagli esseri umani (la stessa cosa avviene anche per le femmine che sviluppano comportamenti deviati). Se il riconoscimento delle caratteristiche del maschio avviene attraverso l’imprinting, allora quello dei maschi con comportamento deviato deve essere stato in qualche modo inadeguato. Questa ipotesi viene anche supportata dal fatto che i maschi con un comportamento deviato sono aggressivi non solo nei confronti dell’uomo, ma anche verso altri maschi della loro specie. Una possibile spiegazione per l’apparente aumento di maschi con un comportamento anomalo può essere che, se la predisposizione ad un comportamento deviato è fissata geneticamente, allora i maschi deviati avrebbero attualmente più chance di trasferire i loro geni alle generazioni successive. In regioni dove le densità sono basse, ad esempio, le arene di canto potrebbero essere più difficili da trovare e quindi la probabilità che le femmine accettino un maschio dal comportamento deviato sarebbe maggiore: quanto appena descritto, per esempio, è già stato osservato in Trentino. Inoltre, la probabilità di un imprinting sessuale inadeguato può aumentare con il decremento delle popolazioni. Di contro in regioni dove i cedroni sono numerosi, i maschi con un comportamento deviato, poiché spesso fanno parata da soli o in luoghi inusuali, potrebbero essere rifiutati dalle femmine se sono disponibili altre arene di canto.

Qualunque sia la natura del fenomeno, ciò che deve interessare i praticanti delle attività outdoor è come comportarsi in occasione di questi incontri (Fig. 2).

Fig. 2 – Nelle aree in cui si è a conoscenza della presenza di galli cedroni dal comportamento anomalo, sarebbe estremamente importante posizionare delle bacheche informative, con indicazioni di come comportarsi. Chi frequenta la montagna, al fine di minimizzare l’impatto della propria attività sulla fauna e sui suoi ambienti, deve essere informato in modo corretto e puntuale (foto Luca Rotelli).

Alcune indicazioni che possono rendere l’incontro con un gallo cedrone dal comportamento anomalo un’esperienza pacifica e straordinaria:

  • rimanete a debita distanza (alcune decine di metri), per evitare che il maschio possa diventare aggressivo nei vostri confronti e per evitarne l’involo;
  • non tirate palle di neve con l’intento di provocarne la fuga;
  • non utilizzate i bastoncini con il puntale rivolto nella sua direzione per tenerlo a distanza, né tantomeno gli sci, in quanto potreste ferirlo;
  • se il maschio diventa aggressivo nei vostri confronti allontanatevi velocemente, perché tale comportamento è dovuto al fatto che vi trovate all’interno del suo territorio. Dopo qualche decina di metri il maschio smetterà di seguirvi;
  • mantenete un tono di voce consono all’ambiente in cui vi trovate, evitando di gridare, perché questo lo rende curioso, attirandolo verso di voi;
  • se siete accompagnati dal cane, tenetelo sempre al guinzaglio e vicino a voi;
  • non dategli mai da mangiare;
  • rimanete nelle sue vicinanze solo il tempo necessario per effettuare qualche foto per portare a casa il ricordo di un incontro inaspettato con una delle specie più affascinanti e rare presenti sulle Alpi.

© Giovanni Pelucchi

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