© Albert Mächler

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Cervo (Cervus elaphus)

Le popolazioni di cervo che vivono in regioni di montagna compiono migrazioni due volte all’anno: alla fine dell’inverno per raggiungere le aree di estivazione e dopo il periodo del bramito per portarsi in quelle di svernamento. Queste ultime si trovano solitamente a quote inferiori e su versanti con esposizioni più favorevoli, ma sempre in regioni di montagna. In passato invece le zone di svernamento si trovavano nei fondivalle delle grosse vallate che oggi non sono più utilizzabili per trascorrere il periodo invernale, in quanto fortemente antropizzati e frammentati, a causa della presenza di strade, autostrade, ferrovie e canali. Se la migrazione costituisce la regola, tuttavia in anni con scarse precipitazioni nevose, molte popolazioni di cervo hanno imparato a trascorrere la stagione invernale in alta montagna. Il cervo è, dopo l’alce, il più grande cervide presente in Europa. Originariamente diffuso in gran parte dell’Europa, oggi le popolazioni di cervo sono molto frammentate: le più grandi popolazioni sono presenti sulle Alpi e nell’Europa dell’est.

Descrizione

La sua corporatura è quella tipica di un corridore di resistenza, con zampe e collo piuttosto lunghi e con una colonna vertebrale diritta. I maschi hanno una corporatura massiccia (Fig. 1), con il peso sbilanciato nella parte anteriore del corpo, anche a causa della presenza del trofeo, che negli individui adulti è ramificato e pesante (fino ad 8 kg, raramente di più), costituito da sostanza ossea. Le stanghe vengono perse tra febbraio e aprile e vengono riformate nel giro di circa 5 mesi: ad agosto il trofeo è di nuovo completo. Durante la crescita sono ricoperte da un tessuto riccamente vascolarizzato, chiamato velluto, che ha lo scopo di trasportare le sostanze nutritive necessarie alla loro costruzione e di proteggerle durante lo sviluppo. Alla fine del processo di formazione il velluto si secca, venendo allontanato grazie allo sfregamento delle stanghe contro piccole piante e rami (Fig. 2).

Fig. 1 – I cervi maschi sono caratterizzati da una corporatura massiccia e da un collo robusto dotato di una criniera golare, con il peso sbilanciato nella parte anteriore del corpo, anche a causa della presenza del trofeo (foto Albert Mächler).

Fig. 2 – Nel cervo, i maschi sono dotati di appendici cefaliche dette stanghe, che vengono perse tra febbraio e aprile per riformarsi nel giro di circa 5 mesi: ad agosto il trofeo è di nuovo completo. Durante la crescita le stanghe sono ricoperte da un tessuto riccamente vascolarizzato, chiamato velluto, che ha lo scopo di trasportare le sostanze nutritive necessarie alla loro costruzione e di proteggerle durante lo sviluppo (foto Albert Mächler).

Le femmine, prive di palchi, sono più piccole dei maschi, con una corporatura più snella e con il baricentro spostato nella parte posteriore del corpo (Fig. 3). Il mantello viene cambiato due volte all’anno: tra aprile e giugno viene assunto il manto rossastro estivo, da cui deriva anche il nome di cervo rosso, mentre tra settembre e ottobre si passa alla colorazione bruno-grigiastra, tipica del periodo invernale. La criniera golare nei maschi in inverno è di un colore marrone scuro. Lo specchio anale chiaro, presente in entrambi i sessi, ha un ruolo di segnalazione all’interno del branco.

 

L’altezza al garrese è di 95-110 cm nelle femmine e di 105-140 cm nei maschi, mentre la lunghezza totale del corpo, misurata dal naso alla coda è di 150-185 cm nelle femmine e di 185-210 cm nei maschi. Il peso è compreso tra i 70 e i 130 kg nelle femmine e tra i 100 e i 250 kg nei maschi, con variazioni legate al tipo di habitat frequentato, al periodo dell’anno, all’età dell’individuo e alla densità di popolazione. Tra i sensi l’odorato è quello maggiormente sviluppato, seguito dalla vista e dall’udito.

Fig. 3 – Le femmine, prive di palchi, sono più piccole dei maschi, con una corporatura più snella e con il baricentro spostato nella parte posteriore del corpo. Durante l’estate il mantello degli adulti ha una colorazione rossastra, mentre quello dei giovani è di colore bruno scuro macchiettato di bianco, caratteristica questa che viene mantenuta fino a circa il terzo mese di vita: a settembre nella maggior parte degli giovani la macchiettatura è ormai scomparsa (foto Albert Mächler).

Ambiente

Il cervo è una specie alquanto adattabile, il cui ambiente è costituito da boschi, aree aperte e semi-aperte, come prati, pascoli e formazioni cespugliose (ontanete, mughete) (Fig. 4). Sulle Alpi, trascorre tipicamente il periodo invernale a quote più basse e nelle zone boscose dei versanti esposti a sud. Tuttavia in inverni poveri di neve, questa specie è in grado di rimanere a quote elevate, sopra il limite del bosco. Nel periodo estivo la maggior parte della popolazione frequenta la parte superiore dei versanti, portandosi fino a quote ragguardevoli di 2600-2700 m, dove può trascorrere anche le ore centrali della giornata. Generalmente comunque il cervo trascorre le sue giornate nel bosco o in aree cespugliate, frequentando i pascoli e i prati per alimentarsi nelle ore crepuscolari e notturne. 

Fig. 4 – Habitat frequentato dal cervo in estate e durante il periodo riproduttivo. Il suo ambiente elettivo durante la bella stagione è costituito da boschi, aree aperte e semi-aperte, come prati, pascoli e formazioni cespugliose a ontano verde e pino mugo (foto Luca Rotelli).

Alimentazione

Il bisogno alimentare del cervo è massimo tra aprile e settembre e minimo tra dicembre e marzo. La quantità di vegetali ingerita varia da 8 a 20 kg di sostanza fresca al giorno. Si nutre per gran parte dell’anno di una varietà di specie erbacee, la cui quantità nel corso delle stagioni varia a seconda della loro disponibilità. Esse costituiscono la maggior parte del cibo ingerito durante il periodo vegetativo, mentre nel periodo autunno-invernale la dieta viene integrata con specie semi-legnose e legnose, di cui vengono brucate le gemme e i rametti oltre alla corteccia. Spesso vengono mangiati anche i licheni presenti sul tronco e sui rami delle specie arboree. A causa della ricerca sistematica di alcune specie, come ad esempio l’abete bianco e il sorbo degli uccellatori, tra quelle arboree, il mirtillo nero e il ginepro, tra quelle arbustive, queste possono diventare molto rare, fino a scomparire.

 

Comportamento e riproduzione

Il cervo è una specie sociale, in cui le femmine con il piccolo dell’anno in corso e con il giovane dell’anno precedente, danno vita a gruppi familiari che a loro volta si riuniscono in grossi branchi, la cui guida è affidata a una femmina anziana. L’unico periodo dell’anno in cui i due sessi si riuniscono insieme è quello riproduttivo che ha luogo tra la metà di settembre e la metà di ottobre, altrimenti maschi e femmine vivono per lo più in branchi separati, con un parziale ravvicinamento in inverno. Durante il periodo del bramito il maschio più forte cerca di radunare i branchi di femmine, difendendoli dai rivali (Fig. 5). La sua forza viene determinata attraverso un ampio repertorio di vocalizzazioni, comportamenti ritualizzati e in casi estremi attraverso veri e propri combattimenti. I maschi durante gli amori si alimentano pochissimo, arrivando a perdere una parte consistente del loro peso, che devono poi riacquistare velocemente prima dell’arrivo dell’inverno. Dopo il bramito i sessi si dividono nuovamente: durante lo svernamento non è raro comunque che alcuni maschi possano aggregarsi ai branchi di femmine con i loro giovani.

 

La gestazione dura 230-240 giorni, ovvero 32-34 settimane. La maggior parte dei parti avviene tra la metà di maggio e la metà di giugno (Fig. 6), e la maggior parte delle femmine mette al mondo un solo piccolo, che viene allattato intensivamente per i primi 2-3 mesi, mentre comincia già dopo poche settimane ad alimentarsi di specie erbacee. Nel corso dell’estate la componente vegetale diventa sempre più importante nella sua alimentazione: tuttavia il piccolo continua a prendere il latte dalla madre, anche se saltuariamente, fino ad autunno inoltrato. 

Fig. 5 – Durante il periodo riproduttivo, il cui apice si colloca tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, i maschi dominanti difendono i gruppi di femmine (harem) dalle attenzioni degli altri maschi. Generalmente per imporre la propria gerarchia, ai maschi sono sufficienti i confronti vocali, attraverso vocalizzazioni che prendono il nome di bramito. Soltanto raramente i maschi arrivano a fronteggiarsi direttamente (foto Luca Rotelli).

Fig. 6 – Le femmine di cervo normalmente partoriscono un piccolo, che nei primi giorni di vita viene lasciato solo per lunghi periodi di tempo dalla madre, che di tanto in tanto torna per allattarlo. Immobile nella vegetazione, durante questa fase, per non essere trovato dai predatori il piccolo fa affidamento sul proprio mimetismo e sul fatto di non emettere alcun odore. Dovessimo imbatterci durante le nostre escursioni in un piccolo di cervo o capriolo, non deve essere mai toccato e tantomeno raccolto: la madre è sicuramente nelle vicinanze e non appena ci saremo allontanati, ritornerà da lui (foto Giovanni Pelucchi).

Conseguenze della presenza umana
Il cervo è estremamente sensibile alle azioni di disturbo, soprattutto in inverno. Quando viene spaventato si nasconde tipicamente nel bosco, dove si nutre dei rametti delle piante arboree, danneggiando in modo rilevante la rinnovazione forestale. Se il cervo in inverno si sente sicuro nel luogo in cui ha scelto per svernare, entra in una sorta di torpore, durante il quale la temperatura delle estremità viene abbassata fino a 7 °C: allo stesso modo viene ridotta anche la frequenza cardiaca. In inverno, quando disturbato, per darsi alla fuga, deve prima portare il suo corpo alla temperatura di funzionamento: riprendere totalmente la funzionalità delle proprie attività, richiede però un investimento energetico particolarmente elevato. E’ quindi estremamente importante evitare alla specie qualsiasi forma di disturbo durante il periodo invernale. E’ particolarmente penalizzato dalla frammentazione del suo ambiente, dovuta alla presenza di vie di comunicazione e di recinzioni.

© Luca Rotelli

footer-DSCN0849 Luca Rotelli